Poeta elegiaco latino. Le scarse notizie
biografiche in nostro possesso sono desunte dai suoi stessi componimenti e da
alcuni accenni rinvenuti negli scritti di Orazio. Nacque tra il 54 e il 50 a.C.
nel Lazio, nei dintorni di Preneste, da una famiglia di ceto equestre che si
impoverì per le confische ordinate da Ottaviano in favore dei veterani di
Filippi. Trasferitosi a Roma,
T. si legò al circolo letterario
costituito intorno a Messalla Corvino, letterato e poeta egli stesso ma anche
uomo politico. Al seguito di quest'ultimo
T. partecipò a una
spedizione bellica in Aquitania, dove si guadagnò anche un riconoscimento
militare, mentre dovette interrompere, essendosi gravemente ammalato, un secondo
viaggio verso l'Oriente. La sua indole e l'ambiente culturale cui si era legato
mantennero
T. (solo tra i grandi artisti dell'epoca) in un prudente
riserbo, estraneo all'entusiasmo per l'ideologia augustea espresso tanto
apertamente da tutto il circolo di Mecenate. Non allineato politicamente,
T. perseguì i propri sogni: la serenità della campagna,
l'amore fedele per la propria donna, il rifiuto della gloria e delle armi in
favore di una vita di pace e tranquillità. ║
Opere: il
Corpus Tibullianum tramandatoci dai codici consiste di tre libri, di cui
i primi due attribuibili con certezza e per intero a
T., mentre il terzo
(che in epoca umanistica fu ulteriormente diviso in due) è in
realtà una raccolta antologica di componimenti di autori facenti tutti
capo al circolo di Messalla Corvino. Di questo III libro, la critica attribuisce
a
T. solo due brevi elegie. Il I libro, costituito da dieci componimenti
in distici elegiaci, è più noto come
Libro di Delia, la
prima donna amata dal poeta. Altre elegie del libro, tuttavia, cantano l'amore
per un fanciullo di nome Marato (IV, VIII, IX), la VII celebra il trionfo di
Messalla, mentre la X esprime l'amore di
T. per la serenità della
vita campestre. Le poesie non sono ordinate cronologicamente, ma secondo il
principio alessandrino della
poikilía, cioè della
varietà di temi e di motivi; alcuni critici, inoltre, ritengono che si
possa scorgere nelle prime quattro l'accento della speranza e nelle seguenti
quello della disillusione e dell'ironia. Il II libro è noto come
Libro
di Nemesi, composto di sei elegie. Tre di esse sono dedicate a una nuova
donna; si tratta di un amore infelice e tormentato, al punto che
T. si
risolve a seguire l'amico Messalla in guerra pur di affrancarsene. Anche in
questo caso la disposizione dei componimenti segue la regola della
varietas: la I elegia canta la vita campestre, la II è dedicata al
compleanno di un amico, la V si accosta invece ai toni della poesia civile
augustea celebrando, mediante le lodi al figlio di Messalla, le origini di Roma
e il futuro di gloria che la attende. Tuttavia, nel suo complesso, l'opera di
T. non lascia spazio alla retorica civile né ad apparati eruditi e
mitologici; la rosa dei temi ispiratori della sua musa sono pochi e costanti (la
campagna, il desiderio d'amore e di pace, la nostalgia per il bene perduto),
declinati secondo un tono e un registro poetico essenzialmente malinconico (54
a.C. circa - 19 o 18 a.C.).